sabato 9 luglio 2011

Per ritornare dopo le parole ... alle carezze dell'amore

Quando ero un ragazzino ero innamorato di una ragazza che era sempre in mezzo all'attenzione di tutti. Insomma praticamente ogni ragazzo della mia scuola puntava il suo mirino su quest ragazza tentando di sorprenderla e di fare colpo su di lei. Io ero il classico escluso e sfigato della classe, troppo grasso per essere considerato , troppo debole per non essere preso di mira dal gruppo. Mi ricordo che più e più volte venivo preso in giro per il mio peso, per come mi vestivo. Vestivo "tarocco" e allora non ero degno di essere considerato come uno di loro. I miei compagni mi deridevano ogni giorno per tutte le ore, non si risparmiavano niente, mi insultavano mi toccavano quasi come schifati. -Ahahah Fabiun sopracciliun - Dicevano toccandomi in mezzo alla fronte poco sopra il naso e fra le sopracciglia oppure mi cantavano -Fabiun Contadinun ! - perchè ero figlio di contadini e di margari, di gente che per mestiere levava dalle manze i vitellini dando sollievo alle madri e ritenuti troppo sporchi da questi ragazzi che mi trattavano come una pila di sterco, si divertivano a buttarmi per terra il porta penne quando passavo, mi rompevano a metà le matite e mi nascondevano le penne, mi mettevano l'inchiostro delle penne sulla sedia per macchiarmi i pantaloni e non si risparmiavano gli insulti al mio cognome che con il tempo ho imparato ad odiare. Alle superiori sperando che si fossero placati i cori ero felice, finalmente, fino a quando non cominciarono a prendermi in giro per le gambe storte facendomi il segno della X ogni volta che mi passavano davanti o quando correvo durante educazione fisica. Come faceva lo zimbello della scuola meritarsi le attenzioni dei una delle più popolari ragazze di questa scuola di provincia? non poteva semplicemente, non poteva aggiungere altro legno a quel fuoco di intolleranza che già lo bruciava completamente. Avevo il terrore dei miei compagni e la mattina prima di entrare a scuola mi nascondevo e aspettavo di arrivare giusto al suono della campanella per non essere preso in giro fuori scuola. -Petto angolo retto, troppo alto e grasso per non diventare gobbo- mi dicevano fuori scuola mimando e ridendo mentre io piangevo dentro perchè il mio viso non aveva più un espressione felice che dovrebbe essere un diritto di ogni bambino ma soltanto odio, un odio malato corrotto dal pianto dalla tristezza dalla solitudine. Quante ore passate a piangere fra le coperte del letto e i cuscini bianchi zuppi di quelli linfa di pura tristezza. Eppure il mio corpo non cambiava, della ragazza che amavo ogni singola conversazione diventava litigio, litigavamo su ogni singola cosa, sulla musica, su i compiti per la mia incapacità di rapportarmi con le ragazze ... io non ho mai voluto litigare con lei ... volevo apparire interessato alle sue stesse cose ma come facevo se gli altri provvedevano ogni giorno a sopprimere anche la più piccola fiammella d'amor proprio e verso la mia persona? Ero trattato con superficialità da tutti anche da lei eppure ogni sera inserivo uno due tre CD dentro la Playstation 1 per poter sentire quelle canzoni che mi ricordavano di lei capelli occhi viso sorriso smorfie e felicità che sviluppava così circondata da quelle persone che tanto mi deridevano mentre io ero chiuso in una spirale di solitudine. Mi chiudevo la sera in questa spirale di solitudine ma che altro potevo fare? dovevo uscire allo scoperto? l'ho fatto una volta .. o almeno c'ho provato ... regalai a questa ragazza tre CD e non ricevetti una bella risposta ne da lei ne dagli altri quando gli regali i CD ... lei non si chiese mai come mai un ragazzo praticamente estraneo alla sua vita, con cui al massimo si scambiava un cenno di saluto o parole di litigio , gli regalasse dei CD , anzi lo trattò con sufficienza ... eppure quel ragazzo sebbene scoraggiato da quel dannato mondo che lo circondava non smise mai di sperare, come un cane che ha cieca fedeltà nel padrone e lo ama per la sua protezione aspettandol odavanti casa con le ciabatte in bocca anche quel grasso bimbetto mal vestito aspettava quella ragazza all'inizio della via per scortarla verso casa e poi girare a destra verso la propria, molte volte restava in silenzio, lasciava che lei le passasse davanti per poterla guardare allontanarsi via ed spegnersi come la fiammella di speranza che in lui si accendeva ogni volta che la vedeva per poi estinguersi quando vedeva la sua diffidenza. Ogni pretesto era buono per vederla , ogni canzone irrimediabilmente gli ricordava qui capelli neri riccioli tanto soavi quanto complicati, impossibili da avere, imparagonabili nel confronto ,indecifrabili nella loro complessità ma tremendamente facili da amare. -Questa volta può andare devo solo colpirla - si diceva prima di scatenare un litigio tra i due -Su Fabio perchè non le parli? Perchè non gli dici tutto?- Si diceva nella testa quando rimaneva ammutolito mentre percorreva la strada con lei. Ogni sera la immaginava ogni sera la sognava , scriveva il suo nome ovunque e non si perdeva non una delle sue parole. Eppure lei non notava questa dedizione, forse era cieca nel vedere tutti gli altri,molto più belli, molto più "fighi". Nessuno in quella scuola si accorgeva, o capiva, il dolore di quel ragazzo, un dolore indescrivibile che adesso bagna la tastiera, certe sere voleva farla finita con se stesso, forse arrivava anche a capire i suicidi, forse così si sarebbe risolto tutto. Sapeva che anche se fosse morto nessuno l'avrebbe ricordato, sapeva che quella ragazza non lo avrebbe mai considerato. Ma lui cosa avrebbe fatto per lei? Sarebbe morto. Tentava di cambiare, tentava di cambiare il suo aspetto per lei, per loro, per quel branco di sciacalli che divoravano la sua anima. Si comprò le scarpe originali della Nike ma continuavano a prenderlo in giro, si fece un nuovo taglio di capelli e quello divenne un altro motivo per prenderlo in giro. Faceva Karate e questo era un pretesto per andargli davanti e mimare le scene di karate kid per poi spintonarlo ogni tanto o saltargli sulle gambe mentre era seduto. Ma perchè a lui? Forse ... se fosse stato come loro .. un pò più famoso, lei lo avrebbe calcolato, forse lei avrebbe cominciato a considerarlo. Ma questo non accadde. Lui se ne andava a dormire la sera con gli occhi gonfi, si toccava la pancia terribilmentre grande tirandosi dei pugni su questa, la prendeva, cercava di strapparla via, non se andava, come uno stampo molliccio che celava il suo cuore ferito. Segregato in casa sua, impegnato a costruire nuove identità nella rete in cui camuffarsi, uomini splendidi affascinanti e forti, che potevano avere ragazze con il semplice schiocco delle dita, questo faceva il giorno, a riparo dagli insulti. Si costruiva un secondo Io su questi giochi di ruolo diventando dipendente di qualcosa che realmente non era, ma che bel sogno era essere bello e affascinante, attraente per le ragazze. Ma solo un sogno, quella ragazza neanche lo considerava, Quando mai si sarebbe potuto innamorare di lui? Si di lui .. dello sfigato della scuola, lo storto, lo storpio, il contadino.
Non aveva persone a consolarlo , non aveva punti di sfogo, c'era solo lei e l'amore per lei che aumentava al pari del romanticismo nell'abbandonarsi di sogni impossibili con musiche terribilmente dolci come colonna sonora. Nostalgiche, tristi. Come lui. Ma lei era un angelo, era la creatura di Dio da adulare, da pregare. Era l'unico spiraglio di luce. Quante giornate passate ad osservarla, quante sere passate a piangere, quand ovedeva la mano di lei cinta insieme a quella del ragazzo che lo prendeva in giro avrebbe desiderato morire. La sera con il Cd del suo gruppo preferito messo dentro la Play cantava mentre si dondolava sulla scala per non mettere le mani sugli occhi per asciugare le lacrime

Quasi blu metallici 
Quasi come elettrici 
Quegli occhi che 
Ricordo anche se 
Non li ho visti mai 

Forse solo dentro ai miei 
Sogni che forse dovrei 
Spiegarti se 
Non fosse che tu 
Non ci crederai 

Perché nemmeno io 
Riesco a credere che un Dio 
Si sia un po' distratto 
Perdendo un angelo 
Davanti a me 
Ma ormai già che sei qui 
Ma ormai già che è così 
Non ritornare a casa 
O almeno portami con te 
Scegli me... 

-Scegli me ... SCEGLI ME! Dio dammi una sola cosa .. dammi la bellezza ... così almeno potrei averla .. -

Questo diceva la sera .. scegli me ... scegli me ... scegli me... ogni volta che la vedeva sarebbe scoppiato a piangere, una creatura di Dio in tutto e per tutto, destinata a essere solo di pochi eletti. Lui che di bello forse aveva solo il romanticismo, non poteva essere ritenuto degno. Eppure quante volte gli avrebbe accarezzato i capelli, quante volte gli avrebbe cinto le mani alla vita e adorato il profumo dei capelli. Scegli me ... Ivan Graziani .. Lucio Battisti .. De andrè erano la culla del suo cuore ... Odio e distanza erano e il padre e la madre di questo amore incompreso dagli altri ... 
Quest'amore che era stato sepolto per tanto tempo, tanti anni, 3 anni ... 3 anni lo stesso numero di quelli che aveva passato nascondendosi .. un bambino inesperto, deriso innamorato ... affetto da quel morbo mortale quale l'amore che ancora non ne vuole sapere di spegnersi in quel ragazzo. Forse è sbagliato, forse è impensabile continuare con questo amore ... ma è impossibile non farne a meno ... forse troppo dolce, forse troppo romantico per lei .. ma terribilmente vero, terribilmente raffinato , terribilmente protettivo e allo stesso tempo rassegnato ... un amore spione , un amore timido ... un amore impossibile

3 commenti:

  1. Solo tu puoi uscire dal tuo guscio Alèxandros :)
    Tutto ciò che c'è intorno a te,tutto ciò che gli altri ti trasmettono e che ti fanno vedere su di te,non è altro che il tuo riflesso. Ma questo riflesso non viene solo da fuori..dentro di te,forse,non ti senti abbastanza e la prova inconfutabile di questo è che cerchi apprezzamento dagli altri,anche in amore.
    Finchè tu,non deciderai di essere qualcuno per te stesso,non riuscirai a trasformare ciò che hai intorno, e quando ci riuscirai anche quell'amore così impossibile si trasformerà, come una magia.

    Affidati solo a te stesso.Questo è quello che ho imparato ed è quello che voglio regalarti.

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  2. Forse sono mosso da troppo egocentrismo forse è solo una pallida illusione la mia .. ma nonostante mi sia sempre nascosto agli altri ho sempre pensato di essere destinato a qualcosa di grande ... o almeno questo spero per me

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  3. Questo è davvero un ottimo punto di partenza :)

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